Di valle in vigna

È una viticoltura eroica quella valdostana,

la cui scoperta condurrà il visitatore in un viaggio nella tradizione e nella costante e tenace ricerca di traguardi di qualità, risultato di esperimenti, importazioni, scelte azzardate, selezioni naturali che garantiscono una ricca presenza di varietà autoctone e una qualità di vini prestigiosi, oggi riconosciuta a livello internazionale.
I vini valdostani sono riuniti sotto un’unica Denominazione di Origine Controllata Valle d’Aosta – Vallée d’Aoste, declinata in 7 sottodenominazioni di area (il Blanc de Morgex et de la Salle, l’Enfer d’Arvier, il Torrette, il Nus, il Chambave, l’Arnad-Montjovet e il Donnas) e 15 di vitigno (Chardonnay, Cornalin, Fumin, Gamay, Mayolet, Merlot, Müller Thurgau, Nebbiolo, Petite Arvine, Petit Rouge, Pinot Blanc, Pinot Gris, Pinot Noir, Prëmetta e Syrah).

L’esperienza enoturistica in Valle d’Aosta è dunque qualcosa da vivere in modo profondo e viscerale. Visite in vigna con musica, degustazioni presso i vigneti più alti d’Europa, trekking ed e-bike in vigna, sono solo alcune delle proposte esperienziali che potrai vivere contattando le aziende.

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Valdigne

Nella Valdigne ai piedi del Monte Bianco, l’alta quota dei vigneti (1.200 mt), tra i più alti d’Europa, consente la produzione di vini di pregio, Questo territorio si caratterizza per la presenza del Prié Blanc, unico vitigno autoctono a bacca bianca coltivato tradizionalmente su pergola bassa, che è oggi una delle varietà a piede franco, non innestate su vite americana, base del Blanc de Morgex et de La Salle, il bianco per eccellenza della Valle d’Aosta.

Un momento particolarmente suggestivo è la vendemmia di uva stramatura (Chaudelune o vin de glace), lasciata appassire in vigna e vendemmiata, a temperature tra i -5 e -10°, alle prime gelate di dicembre, per essere pigiata ghiacciata e messa a fermentare in botti di rovere e in carati di essenze locali.
Oltre ai Bianchi e ai passiti, si segnalano i vini spumanti a metodo classico, tra cui, in particolare, l’etichetta Quatremillemètres vins d’altitude, unisce sperimentazione e specificità del territorio.

Merita certamente attenzione l’esperienza “spumante ad alta quota”, resa possibile da una collaborazione tra la Cave Mont Blanc e la società delle Guide di Courmayeur. Era il 20 luglio 2009 quando venne “picozzata” in vetta al Monte Bianco la prima bottiglia di Blanc de Morgex et de La Salle Metodo Classico Extrabrut “Cuvée des Guides”, esperienza possibile oggi salendo con la Skyway Monte Bianco fino alla cantina sperimentale collocata alla stazione Pavillon du Mont Fréty.

Zona dell’Enfer

La produzione dell’Enfer è ubicata soprattutto nella zona di Arvier ed Avise, in prossimità di imponenti pareti rocciose dominate da un particolare microclima molto caldo (da cui la denominazione “enfer”) che permette lo sviluppo dei vigneti a bacca rossa fino ad oltre 800 metri sul versante esposto a sud. Proprio queste caratteristiche hanno reso da secoli questo luogo prediletto per la coltivazione della vigna.

È infatti del 1312 il primo riferimento documentato alla viticoltura ad Arvier, una reconnaissance che attesta a Rodolphus de Avisio la proprietà di una vigna nella zona dell’Enfer. E sempre l’Enfer, secondo lo storico Carlo Passerin d’Entrèves, compare in una cronaca del 1494, essendo uno dei vini con cui il canonico Giorgio di Challant accoglie il re di Francia Carlo VIII, di passaggio in Valle d’Aosta.

Anche questo territorio propone scorci e panorami molto suggestivi, dominati dal paesaggio terrazzato tipico della viticoltura eroica.

Vieni a scoprire i vigneti di quest’area vivendo una delle esperienze proposte dai vigneron locali.

Grand Paradis – Zona del Torrette

Sui due lati orografici della Dora, nei comuni di Villeneuve, Saint-Pierre e Sarre all’adret e di Aymavilles, Jovençan e Gressan sul lato opposto all’envers, natura e storia si fondono perfettamente offrendo al visitatore la possibilità di scoprire un paesaggio variegato e ben coltivato, nel quale le vigne sembrano abbracciare i castelli che dominano dall’alto l’intero territorio.
Il Torrette, vino valdostano prodotto in maggiore quantità, esprime nella produzione vitivinicola della plaine il meglio della sua potenzialità. Un vino armonico, dal sapore secco e asciutto, che, nella sua versione supérieur, si differenzia per una maggiore ricchezza zuccherina delle uve e un invecchiamento più prolungato. E poi il Fumin, vino dal colore intenso, adatto per l’affinamento tradizionale in legno, le cui migliori produzioni si ottengono da terreni sabbiosi ben esposti a mezzogiorno, il Cornalin o il Pinot noir.
Nutrita anche la produzione dei bianchi: l’aromatico Müller Thurgau, la delicata Petite Arvine dal profumo fine e fruttato, salina al palato, di colore giallo paglierino, o lo Chardonnay e il Pinot gris, che potranno essere degustati oltre che alla Cave des onze Communes anche dai privati produttori di Jovençan e Gressan.

In questa zona inoltre è possibile visitare l’esposizione permanente di vini valdostani ubicata presso le Granges del Castello di Aymavilles, una tappa obbligata per scoprire e degustare le principali etichette dei vini regionali.

Media valle

Questa zona è caratterizzata dalla presenza di uve di Moscato Bianco, attraverso le quali avviene la vinificazione del Vallée d’Aoste Chambave Muscat DOC. Da questo processo scaturisce un pregiato vino, di colore giallo paglierino brillante, con riflessi dorati, di buon corpo, secco, giustamente alcolico, con retrogusto finemente amarognolo, che si presta ad essere bevuto fuori pasto, soprattutto come aperitivo, anche se trova buoni abbinamenti con i crostacei e i formaggi di media stagionatura.

Il forte dislivello che caratterizza questa zona è un elemento connotante del territorio. Qui domina infatti l’allevamento a spalliera delle uve, con paesaggi rurali molto suggestivi da visitare e dei quali innamorarsi perdutamente attraverso una delle esperienze enoturistiche proposte dai vigneron locali.

Bassa valle

La montagna in questa zona è disegnata dalle vigne sull’adret, il versante soleggiato, dove l’uva è riscaldata dalle prime ore del mattino fino al tramonto. Su quei terrazzamenti si ottiene il Donnas DOC, primo in Valle d’Aosta ad aver riconosciuto la Denominazione di origine controllata, per la cui produzione sono utilizzate prevalentemente uve Nebbiolo, localmente denominato Picotendro.

Questo “fratello montano del Barolo” può essere facilmente degustato presso la Caves Coopératives de Donnas che, oltre ad organizzare percorsi turistici tra i vigneti anche in sinergia con il Forte di Bard, collabora alla gestione del piccolo ma gradevole Museo del vino nell’omonimo paese di Donnas.

Merita una visita la Kiuva, cooperativa agricola che si occupa anche di allevamento, presso la quale l’Arnad- Montjovet DOC potrà essere degustato in abbinamento al rinomato Lardo d’Arnad DOP e ad altri salumi di produzione locale quali boudin o le più stagionate saouseusse e altri prodotti che col loro gusto raccontano della tradizione rurale alpina.

Alcuni vignerons locali della zona possono su prenotazione far scoprire al turista interessato la propria ricercata produzione di Nebbiolo DOC, dal gusto mandorlato, di buon corpo, con un finale tannico.